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Pronti per il cratere Ngorongoro? Una figata di ecosistema da scoprire con Sto Gran Tour

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A questo giro 'o famo strano: ce ne andiamo a fare un safari dentro un cratere vulcanico

Immagina una gigantesca ciotola vulcanica, grande come una metropoli e profonda come un grattacielo di 60 piani.

Ora riempiamola di animali selvatici: leoni, elefanti, zebre, gnu, giraffe, fenicotteri... ecco a te il Cratere di Ngorongoro, un'ottava meraviglia del mondo (non ufficiale, ma noi lo diciamo lo stesso) che lascia a bocca aperta anche i più scafati viaggiatori. Un posto dove la natura regna sovrana e dove puoi vivere un'esperienza che nemmeno ti immagini.

Ma prima di lanciarti, prenditi due minuti per leggere questo articolo. Ti spiegheremo tutto quello che c'è da sapere su questo luogo magico.

Cioè, proprio tutto tutto, magari, no. Ti diciamo un botto di roba, ma alcune cose le lasciamo per quando ci vedremo di persona: tanto sarai dei nostri per il prossimo viaggio in self-drive in Tanzania di 13 giorni, no?

NO?!!!

Ecco, bene così.

Dai che si parte con l'antipasto.

Leggi anche: La vera storia di Alcatraz? Forse la trovi qui

Anche oggi si divulga pesante: una panoramica del Ngorongoro

Con un diametro di oltre 16 km e una superficie di 265 km², il cratere non è solo il più grande al mondo, ma è anche un'autentica macchina del tempo geologica. Formatosi circa 2 milioni di anni fa dal crollo di una bestia di vulcano, una roba gigantesca, il Ngorongoro offre un viaggio a ritroso nel tempo, permettendo di ammirare la varietà di ecosistemi che si sono sviluppati in questo microcosmo.

Scendendo lungo i ripidi pendii del cratere, ci si imbatte in una foresta pluviale che brulica di vita: più di 25.000 specie animali abitano l'area!

Scimmie indemoniate si lanciano da un ramo all'altro, mentre uccelli coloratissimi fanno un casino della madonna. Più in basso, la foresta lascia spazio a una distesa di praterie ondulate, dove gnu, zebre e giraffe si fanno i cavoli loro, finché non arrivano i rompiballe di turno: predatori come i leoni, i leopardi, i ghepardi e le iene in cerca di uno spuntino.

Al centro del cratere, il Magadi, un lago salato di colore rosa, attira fenicotteri e altri uccelli acquatici. Le sue acque ospitano anche una grande quantità di alghe, che conferiscono al lago la sua caratteristica colorazione.

Insomma, il cratere di Ngorongoro è un vero e proprio paradiso terrestre, un luogo dove la natura regna sovrana e dove noi ci sentiamo sempre piccoli piccoli di fronte ad essa.

È una di quelle sensazioni che non si possono descrivere a parole: la devi assolutamente provare di persona partendo in Tanzania!

Abbiamo rotto i cojoni male al Ngorongoro. Ma piano piano la situazione sta migliorando

Mantenere in equilibrio un ecosistema ricco e complesso come quello del Ngorongoro è più complicato che assemblare un mobile IKEA senza istruzioni.

Purtroppo, anche questo eden è alle prese con una serie di criticità che possono mettere a rischio la sua stessa esistenza. I peggiori nemici del cratere, in particolare, sono il bracconaggio e i cambiamenti climatici.

Bracconaggio

Nonostante gli sforzi dei ranger, i bracconieri continuano a minacciare la fauna selvatica del Ngorongoro. Leoni, elefanti e rinoceronti cadono vittime di trappole e fucili per alimentare il mercato illegale di avorio e corna e non se la passano così bene. Alcune specie si trovano a un passo dall'estinzione: il rinoceronte nero, ad esempio, conta qui al Ngorongoro gli ultimi superstiti dell'intera Tanzania, dalla quale è praticamente sparito.

Cambiamento climatico

La siccità e l'aumento delle temperature mettono a dura prova la fauna selvatica del cratere. Le pozze d'acqua si prosciugano, la vegetazione cambia e gli animali si ritrovano a dover lottare per la sopravvivenza. È la dura legge della natura, amplificata dai capricci del meteo. E questi ultimi non sono altro che il prodotto delle azioni dell'uomo.

In poche parole, stamo a fà un casino enorme.

Fortunatamente, non tutto è perduto. La Ngorongoro Conservation Area Authority (NCAA) sta lavorando duramente per proteggere il cratere e la sua fauna selvatica. La promozione di un turismo responsabile, la lotta al bracconaggio e il costante monitoraggio degli effetti del cambiamento climatico sono solo alcune delle armi in campo in questa battaglia.

Daje NCAA!

Leggi anche: Le montagne arcobaleno del Perù: madò che roba sono!

E li abbiamo rotti pure alle popolazioni locali

Chi, invece, sa come convivere con l'ecosistema del Ngorongoro sono i Masai.

Abbiamo già parlato di Sto Gran Popolo in questo articolo, per cui se vuoi approfondire l'argomento facci un salto e poi torna qui.

I Masai, con le loro sgargianti Shúkà (quei mantelli colorati che li contraddistinguono), sono i custodi storici di queste terre. Hanno vissuto qui da lungo tempo e si sono adattati al 100% all'ambiente naturale come mai noi potremmo fare.

Ma non è tutto rose e fiori.

I visitatori del cratere, pur essendo una risorsa dal punto di vista economico, a volte possono essere un problema per le comunità locali, se non educati a dovere.

Immagina di avere una sfilza di furgoncini carichi di gente scalmanata che ti scatta foto come se non ci fosse un domani mentre cerchi di farti i cavoli tuoi a casa tua. Ecco, i Masai e gli altri abitanti locali si trovano spesso in questa situazione.

Tuttavia, il loro spirito resiliente e l'abilità di navigare tra conservazione, tradizioni e visitatori casinari alla fine vince sempre

Inoltre, c'è un forte impegno per assicurare che i benefici del turismo vadano anche a vantaggio delle comunità locali. Dai progetti di sviluppo che migliorano l'istruzione e la sanità, alle iniziative che promuovono un comportamento più responsabile e sostenibile, il cratere di Ngorongoro sta cercando di bilanciare il turismo con il rispetto dovuto a queste popolazioni.

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