Dopo quasi un anno di stop, finalmente siamo ripartiti. E lo abbiamo fatto col botto! Partendo per una Spedizione unica nel suo genere, che mai avevamo fatto prima.
Gabriele e Erica, founder di Sto Gran Tour, sono partiti in questi giorni per attraversersare il Sudafrica e il Botswana in 4x4, per circa 8000km, con un obiettivo speciale: seguire, documentare e raccontare la migrazione delle zebre, uno degli spettacoli più grandiosi e meno conosciuti dell'Africa.
Sudafrica e Botswana: alla ricerca delle zebre
La migrazioni delle zebre è una delle migrazioni più grandi d'Africa, ma anche la meno conosciuta. Eh già, perchè è rimasta sconosciuta fino a pochi anni fa quando un gruppo di studiosi della zona si è reso conto che questi animali iniziavano nuovamente a spostarsi durante la stagione delle piogge e la stagione secca tra le terre del Botswana.
La causa dell'"anonimato" di questa migrazione è dovuta ai cambiamenti che l'uomo ha prodotto nel paesaggio naturale, anche inconsapevolmente. Ponendo recinzioni o edificando infatti, le zebre si sono trovate spiazzate: non riconoscendo più il loro territorio e non sapendo più in che modo spostarsi, hanno smesso di farlo. Ma dopo anni di adattamenti e di miglioramento delle condizioni naturali della zona, sono riuscite a ricostruire la propria rotta: oggi più di 30.000 esemplari di zebra hanno ripreso la loro migrazione! Quella che Gabriele e Erica proveranno a seguire.
La migrazione sconosciuta delle zebre
Fonte: Africa Geogrphics
La migrazione di massa delle zebre del Botswana è la più lunga migrazione di qualsiasi altro animale terrestre al mondo. Gran parte del percorso passa attraverso terre remote, inospitali e difficili da attraversare. Per fortuna però, le migrazioni iniziano e finiscono in due dei parchi nazionali più spettacolari del Botswana: Il Parco Nazionale Chobe a nord e il Parco Nazionale Makgadikgadi Pans a sud.
Gabriele ed Erica documenteranno la migrazione durante la stagione secca, seguendo le mandrie che dal sud vanno alla ricerca di acqua e pascoli verdi a nord. Per non fare confusione, ecco un riassunto del ciclo migratorio:
1) DA MARZO AD APRILE/MAGGIO, MIGRAZIONE
Le mandrie di zebre si spostano dal sud al nord per trascorrere la stagione secca nei pascoli freschi e umidi del nord del Botswana, godendosi l'abbondante acqua dei fiumi.
2) DA MAGGIO A NOVEMBRE, STOP
Le zebre restano nel nord del Botswana. Quando la pioggia inizia a cadere tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre, le zebre iniziano la loro lunga migrazione verso l'interno del deserto del Kalahari.
3) DA DICEMBRE A GENNAIO, MIGRAZIONE
Quando la pioggia inizia a cadere tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre e la stagione secca volge al termine, le zebre iniziano la loro lunga migrazione a sud verso l'interno del deserto del Kalahari, spostandosi quindi dal nord al sud del Botswana. Saranno in movimento fino a gennaio, quando raggiungeranno le saline di Makgadikgadi.
4) DA GENNAIO A MARZO, STOP
È proporio nelle saline di Makgadikgadi che le mandrie rimarranno finché non ripeteranno di nuovo il lungo viaggio di ritorno alla fine di marzo, per tornare nell'umido nord in tempo per la stagione secca che ricomincia ad aprile e maggio.
Il periodo del Covid-19 e le migrazioni: la forza di andare avanti
In passato l'abitudine migratoria delle zebre è stata sconvolta da interventi, quelli umani, inattesi e fatali per la specie. Recinti, costruzioni e pascoli hanno modificato l'ambiente rendendo impossibile, e a tratti irriconoscibile, il percorso a questi animali. Nonostante per diverso tempo i branchi siano restati in una stato di disorientamento e smarrimento, poco a poco questi hanno ripreso la loro abitudine primordiale: sono tornate a migrare, seguendo quell'istinto naturale che le spinge ogni anno ad andare alla ricerca dell'acqua per poi ritornare verso casa, punto di partenza della migrazione.
Dopo l'anno che abbiamo vissuto sorge spontaneo notare una similitudine, che è poi il cuore di questo progetto: anche l'uomo ha dovuto cambiare radicalmente le sue abitudini a causa di una pandemia mondiale che ha obbligato ognuno di noi a rivedere priorità, spazi e rapporti con immensi sacrifici.
Nell'era dell'iper connessione, ci siamo visti vietare anche la connessione più elementare, come quella con le nostre famiglie e i nostri amici. Nell'era della mobilità low cost e garantita, ci siamo visti alzare barriere, confini e limiti che hanno per la prima volta, limitato la nostra libertà individuale, la nostra libertà di movimento, la nostra "migrazione".
Eppure, proprio come ci insegna la natura, non è mai troppo tardi per ritrovare il proprio equilibrio e la propria strada. L'uomo per natura cambia si adatta e va avanti, e così faremo noi imparando a riassaporare la libertà.
Verso l'autunno, periodo in cui si ipotizza potremo ritrovare un po' di normalità, uscirà un documentario che racconterà questa Spedizione.